martedì 20 aprile 2021

“Omo-revisionismo” - Dall'Iliade al Battaglione Sacro

da Simone Boscali 

Il dl Zan sull'omotransfobia altro non è che un ulteriore esempio di come il sistema in cui viviamo, per meglio controllare le persone, strapparle alle loro appartenenze naturali e poi ricollocarle in altre identità di comodo, si avvalga della parodia.

Parodia in questo caso dell'omosessualità che sempre più viene oggi imposta come nuovo canone dominante.

La storia dei regimi ci insegna che un paradigma politico non può cambiare facilmente senza un precedente cambiamento culturale e affinché questo accada, secondo gli insegnamenti di George Orwell, è spesso necessaria una revisione del passato per poter rendere più accettabile e naturale il presente1.

In questo senso, proprio nell'epoca del dl Zan in Italia e di un più generale avanzamento dell'omosessualismo in tutto l'occidente, stiamo assistendo a un vero e proprio omo-revisionismo della storia passata, a partire da quella classica, ossia a una rivalutazione esagerata e strumentalizzata di quello che poteva essere l'omoerotismo nel lontano passato al fine di imporlo come paradigma dominante oggi.

Ad alcuni sembrerà curioso, ma ho elaborato questa riflessione semplicemente rivedendo, pochi giorni fa, il discreto film Troy, di Wolfgang Petersen, e ho pensato che se questa pellicola venisse girata oggi, con tutte le omo-speculazioni che si sono sprecate sull'Iliade, il regista sarebbe stato costretto a proporci un Achille in versione hard-gay perdutamente innamorato del suo Patroclo checca isterica e la povera Briseide, la vera causa dell'ira di Achille secondo la tradizione omerica, ridotta al ruolo di mortificata ancella col compito di preparare eleganti chitoni color fucsia e festini per i due amanti e i loro concubini.

Sia chiaro. Che nell'antichità, specialmente greca, l'omosessualità fosse di casa ancor più che oggi lo sappiamo tutti, tanto che non solo in Grecia ma anche nella Roma antica non esistevano nel vero senso della parola formule o vocaboli che indicassero questa particolare preferenza sessuale.

E non è certo questo che vogliamo mettere in discussione perché, di riflesso, non sono i gusti sessuali delle persone a suscitare il nostro interesse finché si parla di adulti consenzienti.

Quello che ci preme ricordare è che l'omosessualità greca non era assolutamente paragonabile al modo in cui i rapporti tra persone dello stesso sesso sono vissuti, e culturalmente imposti, oggi.

Nell'antica Grecia era ben chiara innanzitutto l'idea di famiglia come nucleo fondante la polis, un nucleo costituito da un uomo e una donna che nella stessa idea di Platone, il cui Simposio è citato spessissimo a sproposito come prova di un omosessualismo imperante, altro non è che un tentativo dei due opposti complementari di ricomporre l'Unità sacra originaria.

I fautori della parità di genere dovrebbero invece ricordare che la loro inesistente Grecia antica arcobaleno era fortemente misogina e che i rapporti omosessuali, certamente presenti anche tra donne, erano soprattutto “roba da maschi”.

Questo perché la relazione il più delle volte coinvolgeva un uomo più maturo, magari un precettore o un insegnante di scherma o di lotta, e un giovane. In questa situazione il giovane non solo veniva istruito nelle arti fisiche, marziali o culturali specifiche del maestro ma era anche iniziato in qualche modo alla vita sessuale e tutto questo con una disparità di anni e un'età così precoce nel maschio più giovane da rasentare la pedofilia.

Piaccia o no, questa era l'omosessualità greca. Essa non era una forma sessuale esclusiva perché tanto l'uomo più grande era normalmente anche sposato e padre di famiglia, tanto il più giovane, avvicinandosi alla maturità, lasciava questa dimensione per trovarsi una compagna.

Un rapporto amoroso “alla pari”, per così dire, tra due uomini adulti, era invece oggetto di disapprovazione da parte della società, proprio come avvenuto, guarda caso, per un vero condottiero gay ante litteram quale Alessandro il Macedone, spietato killer, imperialista senza scrupoli, megalomane e alcolizzato, ma anche davvero più interessato alla sua guardia del corpo Efestione o al servo Bagoa, che alla bellissima moglie e principessa Rossane.

Eppure noi abbiamo almeno due esempi di revisionismo storico che vorrebbero farci passare un'immagine ben diversa.

Abbiamo già accennato alla presunta relazione amorosa tra Achille e Patroclo nell'Iliade. Oggi questo loro rapporto viene dato per scontato, sulla base malferma di quella che poteva essere la cultura greca antica, ma la verità è che in tutto il poema non abbiamo nessuno, ripeto, nessun elemento che indichi tra i due nulla più che un rapporto di amicizia, cameratismo guerriero e lealtà di sangue tra cugini2.

Se poi vogliamo concedere al lettore un legittimo margine di immaginazione per riempire gli spazi del non-scritto con ciò che più gli aggrada, questo è più che giusto purché si resti nel solco della fantasia e non del revisionismo culturale che vuole di Achille e Patroclo una coppia ufficiale di fidanzati, cosa che avrebbe fatto cadere sì le mura di Troia, ma dalle risate.

Anche più grave, in quanto imperniata su un fatto storico e non su un poema letterario, è la revisione sui trecento, terribili guerrieri del Battaglione Sacro della città di Tebe. Questo corpo d'élite, creato dai condottieri Gorgida ed Epaminonda all'inizio del IV sec. a.C. per spezzare la superiorità delle fanterie di Sparta, era appunto composto da 300 guerrieri sceltissimi per doti naturali, tempra fisica ed etica, ed inquadrato in un battaglione di soldati di mestiere a servizio della polis di Tebe.

Possiamo immaginare che nelle caserme tebane, così come in quelle di Sparta e di tutta la Grecia classica, visti la maggior liberalità di costumi, i rapporti omoerotici tra allievo e precettore e, non da ultima, la lontananza forzata dalle donne, i rapporti occasionali tra commilitoni fossero effettivamente molto comuni e accettati.

Quello che non è accettabile è la forzatura che vuole scavalcare questa lettura e vedere nelle forze scelte tebane quello che nella cultura arcobaleno è diventato addirittura il Battaglione degli Amanti, composto da 150 coppie nel vero senso della parola, sulla base di interpretazioni strumentali di alcuni passi di documenti storici.

Una revisione senza senso, perché ogni buon condottiero sa tra l'altro quanto sarebbe deleteria una situazione simile, in un contesto a quel punto chiuso, col rischio di gelosie, invidie, tradimenti che avrebbero minato la solidità di una forza militare su cui invece Tebe contava per prevalere sugli opliti spartani.

Quindi per concludere, tornando proprio all'attacco di questo articolo, il cerchio si chiude.

Oggi è innegabilmente in corso un'opera di svilimento non solo della famiglia, ma dello stesso amore tra uomo e donna. Non che questo intento sia dichiarato, evidentemente, ma è la direzione verso cui manovre culturali e provvedimenti legislativi come appunto il dl Zan ci stanno portando.

E per rendere più accettabile un presente altrimenti privo di radici hanno bisogno di crearne di false, strumentali, mettendo le mani grazie alla forza dei propri media e del denaro sul nostro caro passato e la nostra mitologia.



1"Chi controlla il passato controlla il futuro: chi controlla il presente controlla il passato" (G. Orwell, “1984”)

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